L’arte spesso parla italiano perché tantissime sono le opere di nostri artisti ammirate a livello internazionale.
Ecco qui dieci opere d’arte italiane famose nel mondo
Procediamo in ordine cronologico perché, tra bellezze così grandi, spesso è impossibile fare delle preferenze.
Metà del ‘400. Mantegna dipingeva su tela un’opera sperimentale, tutta giocata sulla prospettiva: Il Cristo morto. Lo sguardo dello spettatore viene guidato lungo il corpo inerme di Gesù. I suoi piedi ai bordi del letto sembrano voler irrompere nello spazio reale, restituendo una visione del tutto umana del Cristo.
Qualche decennio più tardi, intorno al 1494, Leonardo si accingeva a realizzare uno dei capolavori più famosi di tutti i tempi: L’ultima cena. L’autore indaga e rappresenta con maestria le emozioni degli Apostoli dopo l’annuncio fatto dal Cristo sul tradimento di uno di loro.
La Pietà Rondanini, secondo alcuni è l’ultimo lavoro a cui Michelangelo si dedicò, fino a pochi giorni prima della morte. La scultura è un’alternanza di parti concluse ed altre rimaste in sospeso, un blocco di marmo in cui i corpi della Vergine e del Cristo sono ancora parzialmente fusi insieme, lasciandone trapelare l’indissolubile legame.
Caravaggio sceglie di rendere contemporanea una scena sacra, quella della Vocazione di Matteo. Dipinto ricco di allegorie che fa della luce il suo punto forte. Questa, simbolo della grazia divina, illumina gli angoli di una comune osteria. Il messaggio del Vangelo sembra senza tempo.
Un turbinio di emozioni, concitazione e furia amorosa traspare dalla scultura del Bernini, Apollo e Dafne. La libertà ricercata prende forma nella fisicità della giovane ninfa che, pur di non cedere al dio, si trasforma in una pianta di alloro. Impressionante è la sensazione di movimento e la realisticità della metamorfosi.
A colpire nelle Muse inquietanti di De Chirico è invece l’immobilismo. L’ assenza di movimento e di tempo dei manichini che vivono i suoi quadri in uno spazio ordinato, geometrico. Una riflessione che va oltre l’apparenza delle cose, che indaga sulle leggi fisiche che vi si nascondono dietro.
È la materia ad apparire per prima nell’arte “informale” di Burri. Materiali sempre già vissuti e consumati, su cui l’arte interviene dandogli nuova vita e una fissità temporale. I suoi Sacchi di iuta, logorati e vecchi sono i simboli di una vita che consuma, una ricerca verso ciò che rimane dopo la vita stessa.
Va oltre l’idea classica di arte l’opera di Fontana, Attese. Niente pittura, niente scultura, ad affascinare l’artista è l’idea, è il gesto. Così la tela monocromatica viene incisa e tagliata, come a cercare un nuovo concetto di spazio.
Vivacità estrema è quella che trapela dalle forti pennellate di Guttuso che con La Vucciria restituisce un’istantanea della vita dell’omonimo mercato palermitano. La carnosità delle verdure sui banchi, i corpi dei passanti costretti a sfiorarsi tra i viottoli, tutto rimanda ad una realtà semplice e concreta.
Memoria ed equilibrio sono tra i temi a cui rimanda la Tebe che cade, scultura di Manzù, che gioca col movimento della giovane donna. L’equilibrio della sedia su chi poggia è del tutto precario e quasi impossibile eppure regala la sensazione di fluttuare nello spazio, sospesi in un tempo fermo.
E per voi quali sono le opere d’arte italiane più famose?
Lascia un commento