Pittura materica e bagliori acquerellati, questi i tratti distintivi di “Sembianze traverse”, la personale di Stefania Salti in mostra fino al 23 giugno presso lo Studio d’arte “Le Muse”, a cura di Maria Antonietta Roselli e Joanna Irena Wrobel (infoline 0816583303 – associazionelemuse@libero.it).
“Sotto la corteccia c’è la pelle che ride” è l’eloquente sottotitolo di questa colorata e seducente esposizione che, visitabile dal lunedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00, fa del lavoro artigianale il suo riferimento assoluto: mosaici di fotografie si compongono come antichi gioielli mentre il languore soffuso degli acquerelli si stende sulla carta come una goccia di rugiada su una ricca corolla, è la sensualità della natura, dei boschi autunnali, delle marine impetuose, dei cieli plumbei, dei fiori spampanati, dei laghi calmi, delle radure dorate, dei boschi misteriosi; ma a rendere davvero magica questa natura è l’umanità che la Salti è capace d’infonderle.
Dietro queste apparenti macchie soffuse c’è un figurativo molto pieno, molto concreto, che si cela come una donna timida, ma curiosa di vedere e di farsi vedere. L’intero impianto artistico è realizzato come un intervento chirurgico e nulla, assolutamente nulla, è lasciato al caso, ogni dettaglio è studiato ad hoc.
«È questo a rendere luminoso e complesso ogni lavoro, lo studio che ne precede la realizzazione, la cura verso i particolari, la cromia che fluisce senza interruzioni». Così Joanna Irena Wrobel, responsabile dello spazio al 272 di via Toledo, descrive la produzione della Salti che si raccoglie presso l’elegante location in una sorta di piccola monografica, capace di restituire al pubblico tutta la personalità dell’artista.
Un percorso che, partendo dalla metà degli anni ’90 e arrivando ai lavori del 2010, restituisce la visione dell’arte che l’artista ravennate ha, ossia “una forma di semi-astrazione lirica, volendo sottolineare con questo la presenza nelle tele di ingredienti che pur nell’assenza della figura, riconducono inevitabilmente ad orizzonti e scenari a carattere naturale: sono paesaggi, frammenti di natura trattatati con una sostanza che a sua volta esalta ancora di più il carattere terroso od aereo delle immagini”, come il critico Alessandro Sibilia sottolinea nel testo critico che fa da apertura all’esposizione, brillantemente presentata, in occasione del vernissage, da Lucia De Cristofaro.
Rosaria Morra
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