Ciao a tutti!
Tra i tanti posti che non ho visto e mi piacerebbe visitare, uno tra tutti ha in questo momento la priorità: sto parlando di Marrakech. Sicuramente sono stata influenzata da Elias Canetti e dal suo “Le voci di Marrakech” che ho da poco terminato di leggere, nel quale ci racconta le sue impressioni date dal lungo soggiorno che fece appunto in questa città nel 1954. Da allora sono passati sessant’anni e dei cambiamenti è ovvio che siano avvenuti, ma le tradizioni di fondo sono rimaste le stesse e sono proprio queste ad affascinarmi, che vorrei conoscere in prima persona.
La parte più suggestiva da scoprire è la città vecchia, la Medina, circondata dalle mura, e la sua piazza principale Jāmiʿel-Fnā, attorno alla quale si snoda la vita sia degli abitanti locali che dei turisti. Si tratta infatti di un luogo decisamente versatile, adibito di giorno a grande mercato a cielo aperto dove è possibile trovare la bancarella che vende cibo, ma anche personaggi originali dediti a varie attività, come donne che fanno tatuaggi con l’hennè, cantastorie, chiromanti, ed anche attività rivolte prevalentemente ai turisti come i venditori d’acqua, gli incantatori di serpenti e foto ricordo con una scimmietta sulla spalla. La sera la piazza si trasforma, scompaiono i protagonisti del giorno per dare spazio allo scenario notturno nel quale ci sono banchetti con tavoli e sedie improvvisati dove è possibile gustare pietanze cotte al momento.
Non essendoci ancora stata, si capisce facilmente che la sintetica descrizione sopra proposta non è farina del mio sacco, solo quanto letto su internet da chi invece l’opportunità di andarci l’ha avuta, ma se nella mia mente unisco le informazioni reali con ciò che immagino sia Marrakech mi accorgo di trovarmi in una piazza immensa, dove in ogni angolo è possibile vedere gente che si muove freneticamente con il proprio carretto intenta a venderti qualsiasi genere di merce, a convincerti che la sua è migliore di quella del vicino ed a contrattare con impeto se il prezzo che gli proponi non è adeguato alle sue aspettative. Immagino di essere immersa da mille colori cangianti e vivaci che non lasciano neppure un piccolo centimetro di distanza tra un oggetto e l’altro esposti nei suq, per avvolgerti a 360 gradi da un calore ed una pienezza nei quali ti senti completamente a tuo agio fino a perdere la cognizione dello spazio intorno. Immagino i profumi che arrivano al mio naso, l’intensa concentrazione di spezie che puoi comprare di giorno, l’odore appena pungente del cotone quando è nuovo, e gli aromi che si diffondono nell’aria dalle decine di bancarelle che cucinano al volo trasformando piazza Jāmiʿel-Fnā in un grande punto di incontro dove tutti possono dimenticare le fatiche della giornata e godersi il meritato riposo insieme a del buon cibo.
Aveve voglia ora di andare a Marrakech?
Per saperne di più consiglio “Le voci di Marrakech”di Elias Canetti, ed. Adelphi, € 9.00, pag.135
A cura di Cristina Monteleone
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