Chi ama viaggiare è sempre a caccia di nuove mete, ecco uno spunto per una vacanza all’insegna della scoperta.
Immaginiamo un giro del mondo attraverso alcuni dei siti patrimonio dell’Umanità.
Per una volta però andremo alla ricerca di quelli più sperduti, e meno famosi, ma comunque di grande impatto.
La Groenlandia è forse uno dei luoghi più particolari del mondo, una realtà purtroppo sempre più a rischio per il global warming ma che regala paesaggi unici, come quello di Ilulissat, cittadina a circa 200 km dal circolo polare artico, entrata nella lista dei siti Unesco nel 2004.
Nella lingua locale Ilulissat significa “gli icebergs” per gli enormi banchi di ghiaccio che si staccano dal ghiacciaio di Sermeq Kujalleq, costellando il mare circostante. Visioni surreali che ci mostrano tutta la grandezza della natura.
Bellezza naturale e storia si uniscono nella tappa successiva del giro del mondo, l’isola di Goree, a largo del Senegal. Le coste, lunghe appena un chilometro, di questa isola sono state infatti scenario della deportazione degli schiavi africani verso le Americhe, come testimonia la “Maison des Esclaves” costruita sulla spiaggia. Diventata oggi un museo, racconta di questo orribile mercato andato avanti fino al 1848.
Traccia più felice dell’azione umana è invece quella lasciata a Malta e Gozo, rappresentata dai templi megalitici presenti sulle due isole. Son ben sette i complessi megalitici nella lista Unesco dal 1992, i più antichi risalenti circa al 3600 a.C. I Templi di Ggantija, risalenti all’Età del Bronzo, sono infatti i più antichi monumenti autoportanti del mondo, testimonianza delle altissime conoscenze tecniche sviluppate sino ad allora.
Chiudiamo il nostro giro del mondo con la natura selvaggia ed incontaminata della riserva di Tsingy di Bemaraha, a largo delle coste del Madagascar. La sua unicità morfologica e la sua fauna l’hanno fatta entrare di diritto tra i beni del patrimonio dell’Umanità nel 1990. La riserva prende il nome dalle caratteristiche formazioni di roccia calcarea di origine carsica, tsingy appunto, tra cui si è sviluppata un’intricata foresta di mangrovie popolata da oltre 240 specie animali, un piccolo paradiso terrestre.
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