Creatività che prende forma e colore, che sembra urlare attraverso i muri rimbalzando da una strada all’altra. Ecco cosa sono i murales. Messaggi trasformati in immagini di immediato impatto, macchie di vivacità che attirano lo sguardo.
I murales sono una forma sincera di comunicazione, a volte di protesta, a volte un messaggio di speranza. Quando un disegno acquista personalità, il segno grafico diventa arte.
Vediamo quali sono allora i 5 murales più significativi in giro per il mondo, quelli da non perdere.
Murales: muri imbrattati o vissuti?
I murales sono spesso considerati eccessivi, fuori luogo, manifestazioni moleste di ragazzi che non sanno come esprimersi. Al di là delle firme, dei segni incomprensibili che spesso si ritrovano sulle facciate delle case, esiste una vera e propria voce. È quella che riscrive il profilo urbano, che segna il passo tra passato e presente.
E se è vero che le generazioni più giovani difficilmente trovano le parole per raccontarsi, sono a volte proprio i murales a tradurre in immagini i sogni, le paure, le aspettative e le provocazioni di quelle voci che non trovano orecchie disponibili.
L’occhio, al contrario, si fa catturare, volente o nolente casca nel tranello del disegnatore e quel palazzo smette di essere muro e diventa un mondo intero.
La finestra sul mondo di Banski
È questo l’effetto dei murales in Israele, pronti a cancellare la negatività di un muro divisorio con l’ironia, con un’amara verità. Tra due paesi, in mezzo al deserto, si frappone uno stralcio di cielo, un lembo di mare. Il bello che viene tolto da quel muro è restituito grazie all’idea di Banski che quel muro lo tira via, come fosse una tenda da scostare.
Berlino: quel che resta del muro
Altro muro, altra storia. Siamo a Berlino e qui la guerra è un ricordo, seppur vivido. Il cemento rimane a monito di uno dei periodi più bui della nazione ma si veste di colori nuovi. È la voglia di ricominciare, di cambiare che ha dato vita a dei murales provocatori, gioiosi, ricchi di vita. 1,3 km di disegni, di oltre 100 artisti provenienti da tutto il mondo hanno fatto dell’ East Side Gallery un’esposizione sotto gli occhi di tutti.
Spagna: uno scorcio di quotidianità
In Spagna è la vita quotidiana ad essere esaltata. La pesca praticata nella città di Estepona è protagonista dell’opera di José Fernandez Rìos che si sviluppa su più palazzi. L’effetto ottico è unico: il pesce guizza sui muri come se fosse reale.
San Paolo: sogni e speranze a confronto con la realtà
A San Paolo è la povertà a conquistare il muro di una scuola. Nel murales di Paulo Ito sono le due facce del Brasile a scontrarsi: la fame e il calcio. L’artista sembra ricordare che non ci si nutre solo di sogni, purtroppo. E sono i bambini del quartiere ad osservare questa lezione, cruda, dura, ma che insegna ad impegnarsi per cambiare il proprio futuro.
Orgosolo, in sardegna: una galleria d’arte a cielo aperto
Da una megalopoli si salta in un paesino della Sardegna. Rinchiuso tra le montagne, Orgosolo è un piccolo museo a cielo aperto. Le case sono tele per le storie di lotta, sacrificio e orgoglio di una comunità e di tutta una cultura. Sono i volti rugosi degli anziani, quelli giovani dei soldati morti in guerra a spuntare tra le finestre. Generazioni di passaggio, messaggi duraturi che, dagli anni ’60 ad oggi, continuano a parlare a chi si prende tempo per guardare.
Utopia, ribellione, quotidianità, energia riempiono queste opere di significato. Attraverso i murales l’arte di strada trova riscatto e dignità, diventando testimone del suo tempo.
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