Novecento è un monologo teatrale di Alessandro Baricco e leggendolo, veramente, vi sembrerà di essere a teatro ad assistere allo spettacolo della strana vita di Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento accompagnati dalle note di musica jazz.
Novecento fu abbandonato, subito dopo la nascita, sul pianoforte della sala da ballo della prima classe, sul piroscafo Virginian. Venne trovato da un marinaio, tale Danny Boodmann, in una scatola di cartone, sulla quale c’era una scritta stampata con inchiostro blu: T.D. Il marinaio, appena prese in braccio il bambino, provò una strana sensazione: per tutta la vita l’uomo sostenne che quel T.D. significasse “Thanks Danny”. Danny fece da padre a Novecento ma purtroppo ebbe questo ruolo solo per pochi anni: la morte lo colse dopo 8 anni.
Novecento viveva sulla nave e, dopo 8 anni, si era già fatto avanti e indietro dall’Europa all’America una cinquantina di volte. L’oceano era la sua casa. Il comandante tentò di mandarlo in un orfanotrofio, ma Novecento si nascose così bene che fu impossibile scovarlo. Rimase nascosto per 24 giorni: una notte si sentì il suono del pianoforte collocato nel salone da ballo; lì si erano radunato tutto l’equipaggio ed erano accorsi anche i passeggeri. Tutti erano stati incantati dalla musica prodotta da quel misterioso bambino. Da quella notte iniziò la sua carriera di pianista, un grande pianista. Novecento aveva una grande passione per la musica: viveva per il pianoforte e per il mare. Egli però era dominato dalla solitudine e riuscì a trovare la felicità soltanto viaggiando nella musica. Novecento, però, trovò la felicità soltanto in qualcosa di delimitato: la tastiera del pianoforte, che ha un inizio e una fine, e la nave, delimitata dalla poppa e dalla prua.
Non riuscì mai a separarsi dal suo pianoforte, infatti egli non scese mai dal Virginian: solo una volta, a 32 anni, decise di farlo ma si fermò a metà della scaletta della nave e tornò indietro.
Non trovò mai il coraggio di poggiare un piede sulla terra ferma.
Attraverso 51 pagine Baricco ci trasporta e ci narra questa storia inusuale ma ricca di spunti di riflessione per comprender la vastità del mondo e pensare che, a volte, anche noi, abbiamo paura di superare i nostri limiti.
Una lettura che consiglio, inoltre, a tutti gli amanti delle musica jazz.
Da questo libro è stato tratto, nel 1998, il film, “La leggenda del pianista sull’oceano” di Giuseppe Tornatore.
Il mondo, magari non lo aveva visto mai.
Ma erano ventisette anni che il mondo passava su quella nave: ed erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava. E gli rubava l’anima.
A. Baricco
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