La mistica suggestione della forza cromatica è alla base del nuovo evento espositivo allestito presso la casertana Nicola Pedana arte Contemporanea, al 7 di via Don Bosco, “Shozo Shimamoto, kamikaze del colore”, personale del celebre artista contemporaneo già candidato al Nobel, a cura di Massimo Sgroi visitabile fino al 10 aprile (ilcaravaggiopn@libero.it).
L’elegante spazio di Terra di Lavoro, recentemente inaugurato con una collettiva molto prestigiosa, ospita una selezione di opere di Shozo Shimamoto; l’artista giapponese, che ha dato vita al movimento artistico Gutai – il cui obiettivo è “l’arte concreta” in cui lo spirito incontra la materia, dopo lo straordinario successo della mostra a Bologna il mese scorso, espone a Caserta e per la prima volta in una galleria d’arte, «siamo orgogliosi di questo appuntamento -afferma Pedana-, si tratta di un evento di estrema rilevanza non solo per la galleria, ma per chiunque ami l’arte».
Lavori recenti in mostra per una personale dall’alto profilo induttivo; le opere, infatti, hanno come filo conduttore la ricerca da parte dell’autore di liberazione del colore verso la superficie della tela, “gesto” che rimanda proprio al gruppo Gutai, in stretta relazione con il Fluxus e l’action painting americana; uno slancio espressivo dal forte potere liberatorio, anche rispetto agli schemi artistici degli anni ’40 e ’50, una attualizzazione dell’atavico bisogno umano di libertà, di “indipendenza”.
Ciò che rende le creazioni di Shimamoto tanto coinvolgenti quanto meravigliose è la forza cromatica di cui sono cariche, a questo aspetto, così immediato, si aggiunge la possibilità di rintracciare con chiarezza più o meno evidente la presenza della natura che si affaccia nella tela e vi entra sinuosa e discreta fino a permeare il colore stesso. L’entusiasmo che invade i suoi dipinti si ritrova anche nelle performances, modalità espressive che lo hanno reso celebre, tutte iniziative particolari che supportano con l’azione il concetto espresso in pittura: dal colore lanciato da una mongolfiera a quello sparato direttamente da un cannone, passando per la pittura all’aperto in cui nell’opera intervengono l’aria ed il vento.
La mostra si arricchisce di una preziosa “collaborazione”: «due opere dell’artista giapponese -ricorda il gallerista Pedana- saranno in esposizione al Teatro Comunale di Caserta in una sorta di percorso artistico che vuole coinvolgere l’intera città». Si tratta di una scelta non casuale, visto il rapporto con il teatro tanto radicato nella cultura giapponese.
A supportare il pubblico in questo avvincente viaggio artistico è il catalogo, che si compone anche del testo critico a firma del curatore Massimo Sgroi, il quale scrive: «per molti artisti, Shimamoto in testa, l’opera d’arte non è più da tempo una frustrante materializzazione di oggetti; essa è, piuttosto, una concretizzazione dell’idea e della volontà dell’artista. I Paesaggi Marini di Shozo Shimamoto sono il pensiero del mare del grande artista giapponese che si libera dalla sua mente per finire sulla tela attraverso il gesto di liberare il colore. E lo stesso vale per la splendida citazione di se stesso, allorché lascia i sandali con cui ha dipinto (nonostante questa parola non si addica correttamente al suo gesto creativo) l’opera, perché essi stessi, il suo stesso corpo fanno parte del lavoro in sé. Nel suo essere l’arte, prima ancora che l’artista, Shimamoto parte da una accettazione assoluta dell’immutabilità del mondo, la trasferisce nella sua opera, la vive nella sua straordinaria semplicità e necessità.
Le cose non accadono, quindi, per chissà quale volere esterno, sono e basta». Completa la personale un regalo che l’artista elargisce per i visitatori del suo speciale universo: l’esperienza tattile, in essa tutti i dettagli e la loro percezione si amplificano rendendo sempre più suggestivo e magico questo colorato itinerario.
Lascia un commento