Un ritorno al figurativo, alle geometrie concettuali, alle forme come espressioni di un’emozione sincera, e non ennesimo grido coatto da provocatore sterile, è “Arcaisti alla Reggia”, la collettiva a cura di Katia Princi Menniti che, presentata sabato 4 giugno, in occasione del vernissage, da Carlo Roberto Sciascia e Massimo Stefani, sarà visitabile fino al 26 giugno presso gli spazi del complesso vanvitelliano di Terra di Lavoro (giorni feriali ore 9,15 – 12,45 giorni feriali, la domenica dalle 9,30 alle 12,00 e su appuntamento costatando l’infoline 0823 322081 – 3387922753).
Aperto a tutti e a tutte le forme d’Arte che siano state concepite attraverso il talento, le tecniche, la passione, la sensibilità e l’intelligenza umana, «il Movimento Arcaista -come sottolinea il suo ideatore e fondatore, Massimo Stefani- intende ritrovare nell’arte quei valori che l’hanno resa indispensabile all’animo umano, e quelle forme che nei secoli si evolvevano mutando con il graduale mutare della cultura e del sapere, creando qualcosa di nuovo attraverso la fantasia, e la consapevolezza del fatto che quel che facciamo oggi e faremo domani, potrà essere simile ma mai uguale a ciò che abbiamo fatto ieri».
L’evento espositivo, che gode del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero degli Affari Esteri e della collaborazione della Pro Loco di Caserta, dell’Associazione “Arcaisti” e dell’Associazione Culturale “Ars Supra Partes”, propone al pubblico una ricchissima offerta artistica, impreziosita della presenza del celebre critico Paolo Levi, di cui è entusiasta Francesco Giaquinto, presidente della Pro Loco di Caserta, che afferma anche: «siamo felici di poter accogliere nel nostro salone di rappresentanza la mostra delle opere di venti artisti che, aderendo all’Arcaismo, hanno voluto sottolineare di non essere condizionati dai “giochi prettamente commerciali e di potere”. Ed è un onore per la nostra associazione turistica accogliere nella sede artisti provenienti da tutta l’Italia».
Gli arcaisti, infatti, offrono uno sguardo nuovo e moderno, ma consapevole del passato, della storia, del trascorso, di cosa significhi esprimere talento e passione, di cosa rappresentino il confronto, la crescita e la maturità nella lunga e delicata evoluzione artistica. Una concreta opportunità di (ri)scoperta in un contesto tanto carico di significato di «artisti di vero talento le cui opere -spiega Carlo Roberto Sciascia- si pongono al pubblico senza filtri».
Una mostra importante, supportata da un prestigioso catalogo che affianca sguardo critico e lavori per una piena fruizione dell’allestimento.
Rosaria Morra
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