La Barbie, si sa, è la bambola più famosa al mondo, simbolo di una bellezza idealizzata, fino all’estremo, che dal 1959 ammalia le bambine di tutto il mondo.
Nel tempo la sua fama si è accresciuta così tanto da spingere la casa produttrice, la Mattel, a crearle una vera e propria identità e biografia con tanto di nome completo, familiari, amici e animali domestici.
Incarnando nazionalità, lavori, stili e mode sempre diversi, è riuscita per oltre 50 anni a rimanere sempre sulla cresta dell’onda. Tanto che dal 28 ottobre apre al Mudec di Milano una sua mostra celebrativa: “Barbie. The icon”.
Ebbene si, Barbara Millicent Roberts, ecco il suo nome per esteso, si è guadagnata il titolo di icona. Passando alla storia come fashion doll per eccellenza, emblema dell’infanzia femminile trascorsa tra vestiti e accessori alla moda.
Attraverso una carrellata di pezzi da collezione sarà possibile ricostruire la storia di Barbie, la sua evoluzione seguita a cavallo delle mode e dei tempi, senza dimenticare un immancabile tocco glamour.
La mostra, allestita in cinque sezioni, promette di saziare le curiosità di tutti gli appassionati, regalando una visione a 360 gradi del mondo Barbie, sarà visitabile fino al 13 marzo 2016.
La rossa, la mora, l’afroamericana, l’asiatica, Barbie ha cercato di rispecchiarsi in ogni tipo di donna esistente, rinnovando di continuo la propria immagine.
E come una donna reale ha affrontato il proprio percorso di emancipazione, cercando di superare i canoni di bellezza stereotipati, le discriminazioni raziali e facendosi largo nel mondo del lavoro (son ben 150 le professioniste incarnate dalla bambola).
Nonostante tutti gli sforzi però non sono poche le critiche che si muovono ancora contro di lei, come tutte le cose alla moda, o la si ama o la si odia. Tra frivolezza e bellezza patinata la Barbie continua a far parlare di sé, soprattutto se ad ospitare la mostra a lei dedicata è un museo dal taglio antropologico ed etnografico.
I dubbi sulla coerenza dell’evento sono forse dissipati dagli organizzatori che parlano di Barbie come di “Un’icona globale che riesce ad abbattere ogni frontiera linguistica, culturale, sociale e antropologica”. Sembra allora chiaro l’intento di dare una lettura più profonda al ruolo che la bambola ha svolto, nel bene e nel male, nell’infanzia di migliaia di bambine.
Non resta allora che visitare la mostra per rivivere la nostalgia dei giochi passati o per osservare con occhio critico la bambola che ha fatto storia.
Lei, Barbie, accoglierà comunque tutti con il suo immutato sorriso da perfetta padrona di casa.
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