Conosciamo il significato di infinite parole ed espressioni, ma immergersi nella loro etimologia e nella loro storia è un esercizio sempre nuovo ed affascinante. Scopriamo qualcosa in più sugli esattori delle tasse!
Probabilmente, un bambino si pone per la prima volta delle domande sugli esattori delle tasse e sulle imposte durante la visione del film d’animazione Disney “Robin Hood”, in cui lo Sceriffo di Nottingham va in giro a riscuotere denaro al grido di: “Eccomi qua, atteso, oppure no! Bene, omaggi da vostro affezionato vicino, l’esattore delle tasse!”. Ironia a parte, il fatto che la figura dell’esattore delle tasse possa risalire al periodo in cui nasce la leggenda di Robin Hood (XIII secolo d.C.) mostra quanto sia antico questo mestiere.
Nell’opera teatrale “Il mercante di Venezia” (fine XVI sec.) di William Shakespeare troviamo Shylock: spietato usuraio ebreo a cui Antonio, il mercante di Venezia, chiede un prestito. Il “patto” prevede che: se Antonio non restituisse il denaro entro il termine concordato, dovrebbe consegnare a Shylock una libbra della carne che si trova vicino al suo cuore. Ma Shylock non è solo un usuraio senza scrupoli: in un monologo rivendica la sua umanità di uomo disprezzato perché ebreo:
“[…] Ma un ebreo non ha occhi? Un ebreo non ha mani, organi, misure, sensi,
affetti, passioni, non mangia lo stesso cibo, non viene ferito con le stesse
armi, non è soggetto agli stessi disastri, non guarisce allo stesso modo,
non sente caldo o freddo nelle stesse estati e inverni allo stesso modo di un
cristiano? […]”.
In un altro classico, ovvero David Copperfield (1849 – 1850), romanzo semi-autobiografico di Charles Dickens, si accenna spesso alle tasse e ne è una prova la celeberrima frase dell’avaro cocchiere Barkis: “[…] Era vero […] come sono vere le tasse. E niente è più vero delle tasse”.
Neanche la musica si esime dal parlare degli esattori delle tasse, come ci fa notare il sarcastico brano dei Beatles scritto da George Harrison quando si accorse che la maggior parte dei guadagni del gruppo veniva impiegata proprio per pagare le tasse. Il brano del 1966, diventato poi anche un cartoon, si intitola, appunto, “Taxman”. Ecco un tagliente stralcio del testo:
“[…] If you drive a car, I’ll tax the street
If you try to sit, I’ll tax your seat
If you get too cold I’ll tax the heat
If you take a walk, I’ll tax your feet
Taxman! […]”
E se si parla di fisco e tasse, non si può che pensare al ragionier Ugo Fantozzi: la sfiga, l’insoddisfazione e l’assoggettamento al potere (in particolare nel mondo del lavoro) sono caratteristiche principali di questo personaggio, anch’egli così vessato da tasse e bollette che ad un certo punto si trova persino costretto a trasferirsi nel suo box auto.
Risulta evidente che gli esattori delle tasse non vengono visti di buon occhio. In realtà si tratta di persone che svolgono un lavoro di estrema importanza. Pensiamo, ad esempio, alla società Invenium: Leader in Europa per il recupero crediti estero e operante dagli anni ’90 nella gestione e nel recupero dei crediti a livello nazionale, vanta clienti quali Illy e Unicredit.
Letteratura, musica e cinema mostrano che temi come questo sono attuali in ogni epoca, ma, soprattutto, che non si finisce mai di imparare!
Fonti immagini: www.messaggerocappuccino.it, www.thebull.com.au
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