Un grande evento si terrà a Roma dal 20 marzo al 31 agosto 2014. Presso le Scuderie del Quirinale si alza il sipario sulla prima personale italiana della pittrice messicana Frida Kahlo. La mostra poi si sposterà al Palazzo Ducale di Genova dal 20 settembre 2015 al 15 febbraio 2015.
L’universo sofferto, appassionato, innamorato, saffico ma anche intenso ed anticonformista della pittrice, sarà in mostra per la prima volta in Italia.
Composta da opere provenienti da collezioni pubbliche e private di Messico, Stati Uniti ed Europa la mostra è curata da Helga Prignitz-Poda, accreditata specialista dell’opera di Frida Kahlo e si completa di una serie di foto che ripercorrono le tappe più significative della vita dell’artista realizzate da Nickolas Muray intorno agli anni ’40.
I capolavori sono oltre 40, tra cui il celeberrimo Autoritratto con collana di spine e colibrì del 1940, per la prima volta esposto in Italia. Potremo anche ammirare l'”Autoritratto con abito di velluto” del 1926, dipinto a soli 19 anni ed eseguito per l’amato Alejandro Gòmez Arias, dove il suo collo allungato ricorda l’estetica di Modigliani.
Frida ha sempre detto che la sua vita è stata costellata da due disgrazie.La prima fu un terribile incidente che da adolescente le causò la frattura multipla della spina dorsale, del bacino, lo schiacciamento di un piede e la condannò ad una vita di dolore e sofferenza. La seconda fu l’incontro con Diego Rivera, il grande pittore di murales che sposò due volte, con cui visse un amore travolgente ricco di tradimenti e rotture, che sosteneva fosse “certamente la peggiore”.
Magdalena Carmen Frieda, nata il 6 luglio 1907 a Coyoacán, era la terza di quattro figli di una copia piuttosto singolare, padre ebreo ateo di origine ungherese- tedesco, madre cattolica messicana indigena. Con l’ascesa del sentimento antifascista in Messico decise di cambiare il suo nome in Frida. Studentessa di medicina alla prestigiosa Escuela National Preparatoria, i suoi progetti cambiarono a 18 anni quando l’autobus su cui viaggiava fece un incidente e una sbarra di ferro la trafisse.Dopo varie operazioni e mesi d’ospedale, l’attese una lunga convalescenza durante la quale iniziò a disegnare e a dipingere. Nacque così una passione per l’arte forte quanto il suo prodigioso talento.
La pittura di Frida si concentra su una lunga serie di autoritratti con i quali affronta l’indagine psicologica sulla natura umana e sul mondo. Il ritratto diventa il suo modo per superare le difficoltà del vivere. Per farlo utilizza molti simboli aztechi come la “calavera” od il teschio. La morte per Frida ha sembianze umane che non fanno paura e non spaventano ma incarna il suo spirito battagliero e vitale.
Frida morì il 31 luglio 1954 e la sua influenza sparì in breve tempo. Negli anni Ottanta ritornò alla ribalta con il linguaggio che veniva ispirato alla cultura messicana. Negli anni Novanta il suo operare diventa icona per le celebrità come Madonna, Jennifer Lopez o Salma Hayek che si contesero l’interpretazione di un film a lei dedicato. (la parte fu affidata alla Hayek).
Dall’uscita del film nel 2002 prese il via la “Fridamania”. Questo nuovo interesse verso Frida mise in luce il suo essere donna e artista, il suo essere rivoluzionaria ma popolana. Divenne anche ispirazione per il movimento femminista di tutto il mondo. Artista aperta alle avanguardie internazionali, pioniera del “realismo magico”, volitiva, indipendente, grande esempio di forza e fantasia.
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