19Guy Bourdin nacque a Parigi sul finire degli anni Venti e fu subito abbandonato dalla madre. Questo evento lasciò una traccia indelebile nella mente del piccolo, che per tutta la vita inseguì la madre nella rappresentazione inquietante di donne che divenne in seguito opera d’arte rivoluzionaria.
Fotografo autodidatta – iniziò durante il servizio militare – fu fortemente influenzato da Man Ray, ma anche da Magritte e Balthus, che portarono la sua ossessione per l’elemento femminile verso una rappresentazione surreale, a volte violenta e sadica, in cui il soggetto principale viene disgregato e ridotto a pezzi che ne trattengono però l’identità di genere, collocati in ambienti isolati e stranianti. Delle donne non rimangono che gambe e tacchi, ripetuti ossessivamente.
Tutta la carriera di Guy Bourdin è focalizzata su questo tema, in cui gli elementi essenziali della moda vengono negati e ricomposti per creare qualcosa di originale, dove la convenzione viene meno e ci si avvicina al limite della follia. Negli anni Cinquanta Bourdin è il primo fotografo di moda – lavora per Vogue – a procedere per negazione: nei suoi lavori non è il prodotto ad essere al centro della scena, ma piuttosto la composizione dell’opera fotografica.
Questo ribaltamento di prospettiva ha rivoluzionato il mondo della pubblicità, lasciando ampio margine al gesto artistico e influenzando in modo definitivo la fotografia successiva.
Guy Bourdin ha dimostrato senza possibilità di errore che la moda è arte e non solo oggetto di consumo, spazzando via la seriosa rappresentazione del mondo femminile diffuso fino ad allora: la perfezione della forma è costantemente messa in discussione, i colori assumono toni decisi e quasi aggressivi e diventano espressione di una narrazione onirica e a volte grottesca. Personaggio bizzarro e controcorrente, Guy Bourdin ha manifestato in vita verso le donne lo stesso atteggiamento crudele che riservava loro con l’obiettivo ed ha rifiutato per anni qualsiasi forma di riconoscimento o premio, impedendo perfino la pubblicazione delle sue opere.
Solo dieci anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1991, è stato pubblicato un libro che raccoglie le sue fotografie e solo dopo due decenni è stato possibile organizzare una mostra con le sue opere. Oggi la retrospettiva Image-Maker presso la Somerset House di Londra presenta al pubblico oltre 100 immagini di Guy Bourdin, tra foto celebri e materiale inedito.
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