C’è ancora qualche giorno di tempo per visitare la bella mostra di Hiroshige a Venezia, nella sede di Palazzo Grimani: un’occasione da non perdere per ammirare l’intera produzione di xilografie policrome del maestro giapponese.
Utagawa Hiroshige (1797 – 1858) è uno dei più grandi artisti giapponesi, definito il “cantore della natura” per la maestrìa con cui ritrae le mille sfaccettature del paesaggio giapponese, e – accanto a Hokusai – il massimo interprete dell’ukiyo-e. “Ukiyo” significa “mondo fluttuate” e indica la rappresentazione della vita cittadina a Edo (l’attuale Tokyo), Osaka e Kyoto dal XVII al XX secolo, con particolare attenzione per la attività tipiche dei quartieri dei divertimenti e in seguito per il paesaggio. Tra i soggetti dell’ukiyo-e non compaiono mai episodi o personaggi politici né appartenenti alle classi sociali più elevate: nata come produzione di massa per chi non poteva permettersi dipinti veri da appendere alle pareti, questa forma d’arte rende protagonista quello stesso mondo minore a cui è destinata.
La mostra di Hiroshige a Venezia si concentra sul periodo maturo dell’artista, a partire dagli anni Quaranta dell’Ottocento e comprende diverse serie di stampe tra cui i Racconti illustrati dell’antica Edo, la Gojūsan tsugi meisho zue del 1855, conosciuta come Tōkaidō verticale, ovvero le vedute delle 53 stazioni del Tōkaidō, la strada che congiungeva Edo a Kyoto lungo la costa, ed infine l’ultima serie realizzata dall’artista nel 1858, Le trentasei vedute del Fuji.
Accanto a queste, è possibile anche ammirare la raffinata raccolta Cento vedute di luoghi celebri di Edo, creata dall’artista nel suo ultimo anno di vita, sperimentando le tecniche più fini dell’incisione xilografica.
Per gli appassionati di arte giapponese, è facile individuare la comunanza di temi e motivi con un altro grande artista contemporaneo di Hiroshige, Katsushika Hokusai. Colpisce per esempio, nella serie comune ai due artisti dedicata alle vedute del Monte Fuji, la Vista del monte Fuji dal punto di Satta nella Baía di Suruga, che riecheggia la più celebre La grande onda di Kanagawa.
Sul finire dell’Ottocento, l’arte giapponese ebbe una grande influenza sugli artisti europei, in particolare sugli impressionisti e su Van Gogh, che replicò ad olio due delle opere presenti alla mostra di Hiroshige a Venezia: I pruni di Kameido e l’Acquazzone improvviso sul ponte Ōhashi ad Atake.
Accanto alle xilografie, si possono ammirare oggetti preziosi appartenenti alle collezioni del Museo d’Arte Orientale di Venezia, che compaiono nelle stampe o sui quali sono rappresentati gli stessi luoghi celebri del Giappone e di Edo ritratti nelle opere di Hiroshige.
La mostra Hiroshige. Da Edo a Kyoto: vedute celebri del Giappone. La collezione del Museo d’Arte Orientale di Venezia, ospitata nel magnifico Palazzo Grimani, è stata prorogata fino al prossimo 1 marzo.
Lascia un commento