Il selfie – nelle sue varie declinazioni – è l’evoluzione social del vecchio autoscatto, che sostituì a suo tempo il ritratto dipinto a mano. Olivia Muus, giovane artista danese, ha riavvicinato il selfie al suo antenato, creando il museo del selfie, una gallery online dove raccoglie interpretazioni moderne di opere esposte in vari collezioni d’arte.
Il progetto nasce per caso durante una visita alla Galleria Nazionale di Copenhagen, quando si accorge che una foto scattata per sbaglio a un’amica può cambiare sorprendentemente il carattere dell’opera d’arte e trasmettere un’idea completamente diversa dall’originale.
Nasce così il museo del selfie (o Museum of Selfies), una galleria di scatti in cui le opere d’arte vengono proiettate nella quotidianità del giorno d’oggi, proprio grazie a uno smartphone con cui i soggetti originali sembrano appunto scattarsi un selfie.
Quello che colpisce maggiormente è proprio l’effetto ultra moderno ottenuto nelle fotografie: i protagonisti delle nuove immagini sembrano davvero anticipare le pose che secoli più tardi – ovvero al giorno d’oggi – assumono abitualmente milioni di utenti in tutto il mondo quando si scattano un selfie da condividere sui propri canali social.
Il progetto di Olivia Muus, in accordo con la sua natura strettamente legata al mondo social, è aperto e in divenire: ognuno può scattare una foto e vederla accolta nel museo del selfie, semplicemente taggando l’immagine con l’hashtag #museumofselfies. Lo scopo è semplicemente divertirsi e convincere sempre più persone a visitare i musei d’arte del mondo, luoghi che con uno smartphone in mano possono rivelarsi inaspettatamente creativi.
Il museo del selfie rappresenta una reinterpretazione moderna di icone artistiche che ricorda il successo della pagina Facebook “Se i quadri potessero parlare”, dove a celebri dipinti viene associata una frase che regala un nuovo e del tutto inatteso significato al soggetto della tela. In entrambi i casi, infatti, si assiste a una rilettura in chiave ironica e social dell’opera d’arte, affermando contemporaneamente la possibilità di (ri)creare arte tramite i nuovi mezzi tecnologici. Mezzi che sono accessibili a tutti, dalle persone normali a star di Hollywood, da campioni sportivi a politici di ogni paese, tutti accomunati dalla passione per il selfie e per la condivisione online.
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