Recentemente ho visitato a Milano presso Palazzo Reale la mostra “Il vero ed il falso” dedicata alla moneta e ai numerosi ed ingegnosi tentativi di falsificazione che nel corso della storia l’hanno coinvolta come protagonista. Tenutasi in collaborazione con la Guardia di Finanza, che ha aperto i propri archivi per permettere al pubblico milanese di conoscere in prima persona molti oggetti e testimonianze legate al mondo della truffa economica, ho trovato l’organizzazione interessante e curata bene, ricca nel contenuto e gestita per sezioni tematiche. Ho parlato in modo ampio di oggetti e testimonianze perchè la mostra non si limita a delle semplici teche di vetro in cui sono esposte una serie di monete e banconote, ma comprende anche altre sale nelle quali lo stesso argomento è sviluppato diversamente.
Si inizia il percorso con una vasta gamma di esemplari in comparazione tra loro, quello falso contro quello vero, con delle didascalie che aiutano a trovare le differenze e a capire quali sono i particolari trascurati dal falsario che hanno permesso l’identificazione del pezzo come tale, per esempio il peso più leggero di una moneta falsa rispetto ad una autentica, il colore meno nitido o dei dettagli grafici mancanti in quanto compressi da riprodurre. Dalle monete dell’antichità greca e romana si passa alle banconote, la lira, i dollari e l’euro, allo spessore della carta usato per produrre il falso, le stampe sfumate e non centrate dei numeri, o gli sguardi più espressivi dei personaggi rappresentati sui falsi in opposizione a quelli standard sulle stampe seriali dei veri.
Proseguendo nelle sale incontriamo l’intramontabile Totò ed il film “La banda degli onesti” del 1956, che consiglio a tutti di vedere, per arrivare alla parte dedicata al “Caso Benjamin”, ovvero una stamperia clandestina di dollari falsi raffiguranti il volto di Benjamin Franklin sgominata dalla Guardia di Finanza. E’ stato ricostruito il processo di stampa delle banconote con foto fatte da una telecamera nascosta dentro i capannoni della stamperia durante le indagini, insieme alla presenza fisica di alcuni macchinari reali usati per la produzione delle banconote, come quella per gretolare ed impastare il cotone da inserire nella fabbricazione della carta per i dollari.
Curiosi anche gli aneddoti storici, come le banconote dipinte a mano dal popolo, negli anni ’40, che hanno trasformato il volto di Vittorio Emanuele III in quello di Hitler, per sottolineare la sudditanza della corona italiana al regime tedesco oppure, nello stesso periodo, alle banconote da un dollaro lanciate dagli aerei sulle città del bel paese che riportavano frasi volte a screditare il governo americano. La tecnica di falsificazione più divertente si scorge però tra le banconote dedicate alla “banca dell’amore” o alla “banca del buon umore”, ovvero delle stampe risalenti agli anni dell’unità di Italia, quando l’analfabetismo tra la popolazione era ancora elevato, con l’intento di ingannare le persone attraverso banconote graficamente simili a quelle vere, ma con scritte diverse ed ironiche non in grado di essere decifrate da chi non sapeva leggere.
E voi cosa ne pensate?
“Il vero ed il falso” – la moneta, la banconota, la moneta elettronica. 2500 anni di storia del falso monetale. Dal 29 gennaio al 24 marzo, Palazzo Reale a Milano, ingresso gratuito.
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