Nel panorama dell’arte contemporanea, Filippo Tincolini emerge come una figura di spicco grazie alla sua capacità di fondere tradizione e innovazione. Laureato in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, Tincolini ha costruito un percorso artistico che unisce la maestria tecnica e la conoscenza storica a una costante sperimentazione con le tecnologie più moderne. Il marmo, per lui, non è solo un materiale, ma un compagno di viaggio e uno strumento di indagine esistenziale. Le sue opere, che spaziano dai richiami alla mitologia e alla cultura pop, sono esposte in mostre nazionali e internazionali, ottenendo l’attenzione di critici e appassionati d’arte.
Filippo Tincolini, scultore italiano contemporaneo, non si limita a creare sculture, ma contribuisce attivamente alla diffusione e alla promozione dell’arte contemporanea attraverso conferenze, workshop e collaborazioni con altri artisti.
1. Filippo, ha una formazione classica in scultura e una profonda conoscenza delle tecniche tradizionali. Come riesce a integrare queste competenze con l’uso delle tecnologie moderne nelle sue opere?
Integrare le competenze classiche con le tecnologie moderne è per me una naturale evoluzione del fare artistico. Credo fermamente che conoscere e rispettare la tradizione sia fondamentale, ma allo stesso tempo è importante sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Uso strumenti digitali per progettare e modellare le mie opere, esplorando nuove forme e possibilità che altrimenti sarebbero difficili da realizzare. Questo approccio mi permette di creare sculture che siano radicate nella storia dell’arte ma che parlino un linguaggio contemporaneo.
2. Le sue sculture spesso esplorano il dialogo tra natura e tecnologia. Come cerca di trasmettere questo rapporto?
Il rapporto tra natura e tecnologia è uno dei temi centrali del nostro tempo e mi affascina profondamente. Mi ispira l’idea di come questi due elementi, spesso visti come opposti, possano invece coesistere e arricchirsi a vicenda. Nelle mie sculture cerco di creare un dialogo tra forme naturali e materiali tecnologici, evidenziando sia l’armonia che il conflitto tra questi due mondi. L’obiettivo è stimolare una riflessione su come viviamo e interagiamo con l’ambiente e la tecnologia che ci circonda.
3. Può parlarci del suo rapporto con il marmo e di come riesca a renderlo contemporaneo nelle tue creazioni?
Il marmo è un materiale straordinario con una lunga storia e una bellezza intrinseca. Per me, lavorare con il marmo è un modo per connettermi con la tradizione e allo stesso tempo sfidare me stesso a trovare nuovi modi di esprimermi. Cerco di rendere il marmo contemporaneo attraverso l’uso di tecniche innovative e combinazioni inaspettate di forme e colori. Ad esempio, l’opera “Spaceman Shine” utilizza un colore rosa shocking per creare un contrasto sorprendente con la materia classica del marmo, rendendo il pezzo moderno e accattivante.
4. La sua partecipazione a mostre come “Paratissima” con “Spaceman Shine” e “Open End” con “Petrolio” ha suscitato grande interesse. Quali sono state le sue intenzioni artistiche dietro queste opere?
In “Spaceman Shine”, volevo esplorare il tema del viaggio e dell’esplorazione, sia nello spazio fisico che in quello immaginario. L’astronauta rappresenta il desiderio umano di andare oltre i confini conosciuti, mentre i fiori che emergono dalla tuta simbolizzano la forza della natura che persiste anche in ambienti estremi. Con “Petrolio”, invece, ho voluto creare una riflessione critica sul nostro rapporto con le risorse naturali e l’impatto del consumismo. I bidoni di olio accartocciati in marmo sono un simbolo potente della nostra dipendenza dai combustibili fossili e della necessità di un cambiamento.
5. Ha collaborato con il collettivo BAD1crew per un’opera che unisce arte tradizionale e street art. Come è nata questa?
La collaborazione con BAD1crew è nata dal desiderio comune di esplorare nuovi territori artistici e abbattere le barriere tra arte tradizionale e street art. Ho sempre ammirato l’energia e la creatività dei writer, e offrire la superficie di una mia scultura in marmo come tela per il loro lavoro è stato un modo per creare un dialogo tra due mondi apparentemente distanti. Il messaggio che volevo trasmettere è che l’arte può essere inclusiva e democratica, capace di accogliere diverse espressioni e sensibilità senza perdere la propria identità.
7. Il suo lavoro ha una forte componente di ironia e leggerezza. Come riesce a mantenere questo equilibrio nel trattare temi complessi?
L’ironia e la leggerezza sono strumenti potenti per affrontare temi complessi senza appesantire il messaggio. Credo che l’arte debba essere accessibile e coinvolgente, capace di parlare a diverse persone su diversi livelli. Usare l’ironia mi permette di avvicinare il pubblico a riflessioni più profonde in modo più leggero e giocoso, rendendo il processo di comprensione più intuitivo e meno intimidatorio.
8. La sua opera ha un ampio spettro di riferimenti culturali, dalla filosofia alla pop culture. Come seleziona questi riferimenti e in che modo influenzano la sua produzione artistica?
I riferimenti culturali nelle mie opere nascono dalle mie passioni e interessi personali. Sono affascinato dalla filosofia, dalla letteratura, dal cinema e dalla cultura pop, e cerco di integrare questi elementi in modo che arricchiscano e amplifichino il messaggio dell’opera. Ogni riferimento è scelto per il suo potere evocativo e per la sua capacità di connettersi con temi universali, creando un linguaggio visivo che sia allo stesso tempo personale e condivisibile.
9. Ha partecipato a eventi benefici come “Act for Peace”. Quanto è importante per lei utilizzare l’arte come strumento di sensibilizzazione e beneficenza?
L’arte ha il potere di sensibilizzare e mobilitare le persone su temi importanti, e partecipare a eventi benefici è per me un modo di dare il mio contributo a cause che mi stanno a cuore. Credo che gli artisti abbiano una responsabilità sociale e che il loro lavoro possa ispirare cambiamenti positivi. Utilizzare l’arte per beneficenza è una delle modalità attraverso cui posso mettere il mio talento al servizio del bene comune.
10. Infine, quali sono i suoi progetti futuri? Ci sono nuove direzioni o tematiche che desidera esplorare?
Sto lavorando a nuovi progetti che continuano a esplorare il rapporto tra natura e tecnologia, ma anche nuove direzioni legate all’interazione tra arte e pubblico. Vorrei creare installazioni più interattive che coinvolgano direttamente lo spettatore, invitandolo a partecipare attivamente all’opera. Inoltre, sto sperimentando con nuovi materiali e tecniche per ampliare il mio vocabolario artistico e portare le mie sculture in territori ancora inesplorati.
Concludiamo l’intervista con un ringraziamento a Filippo Tincolini per aver condiviso con noi la sua visione artistica e le sue esperienze. Le intuizioni e le riflessioni che ha offerto sono preziose non solo per comprendere meglio il suo lavoro, ma anche per apprezzare il ruolo dell’arte contemporanea nel mondo di oggi. Invitiamo i lettori a esplorare ulteriormente le opere di Tincolini e a riflettere su come l’arte possa influenzare e arricchire la nostra percezione della realtà.
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