«Un’esposizione per riunire i “pittori maledetti” che, partendo dal bar Rosati e dalla celebre Galleria della Tartaruga, hanno aperto un dialogo alla pari tra l’Italia e gli Stati Uniti».
Così il gallerista e curatore Andrea Ingenito spiega “Italian Pop Art – Franco Angeli, Tano Festa, Vittorio Pannone, Mimmo Rotella, Mario Schifano”, la mostra allestita presso la Domus Artis Gallery e visitabile fino al 5 novembre (infoline 0816063111 – gallery@domusartisonline.it – www.domusartisonline.it).
L’evento, che idealmente va a chiudere il ciclo aperto dallo spazio al 4 di via Vincenzo Cuoco con la Pop Art americana, che ha portato in galleria le opere di Andy Warhol, Keith Haring e Roy Lichtenstein, riunendo un consistente nucleo di lavori realizzati dai maggiori rappresentanti italiani del movimento, passati alla storia come “Scuola di Piazza del Popolo”, offre allo spettatore una serie di lavori e accostamenti tanto geniali quanto, apparentemente, semplici: gli smalti di Schifano, le rivisitazioni garbatamente retrò di Festa, i seducenti e accattivanti effaçage di Rotella, la medianicità di Pannone e le preziose sperimentazioni visuali di Angeli, infatti, restituiscono con forza e fragore il potere della popart, che ha come riferimento base il “folclore urbano”.
Nulla di nuovo sotto il sole si potrebbe asserire senza tema di smentita, invece, a fare ancora una volta la differenza ieri come oggi, l’attualità di un linguaggio e di una immediatezza che non conoscono pausa; tutti i lavori in mostra, infatti, potrebbero essere stati creati ieri o domani, sarebbero pur sempre attuali e incontrovertibili, come solo un’opera d’arte sa essere, figlia del suo tempo ma giustamente presente.
Un tributo, ma anche un’occasione per non dimenticare quanto importante sia segnare il passo e non seguire la massa, in particolare oggi, dove appare difficile creare qualcosa di nuovo, intelligente e sinceramente espressivo.
Rosaria Morra
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