Quasi impossibile che non abbiate mai sentito parlare della trilogia Millennium, di Stieg Larsson o di alcuni dei personaggi della sua trilogia.
Perché i tre libri della saga, Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta, sono stati, fin dalla prima pubblicazione, un caso letterario che ha venduto più di 27 milioni di copie in 40 Paesi nel mondo.
Perché dai tre libri sono stati tratti almeno 4 film: i primi tre, uno per ogni capitolo della saga, di produzione svedese-danese circolati nelle sale italiane a partire dal 2009, l’ultimo, di produzione americana, previsto nelle sale italiane a partire da febbraio 2012 ,con il titolo Millennium – Uomini che odiano le donne, e Daniel Craig nel ruolo del protagonista (un motivo in più per prepararsi all’uscita cinematografica leggendo la trilogia se ancora non l’aveste fatto!).
Soprattutto, è quasi impossibile che non abbiate mai sentito parlare della trilogia Millennium dato che Stieg Larsson è deceduto improvvisamente, per un attacco cardiaco, nel 2004 e parte del successo della saga è, probabilmente e tristemente, legato alla sua morte e al mistero che è stato costruito intorno ai manoscritti della trilogia pubblicati postumi dalla compagna.
Aldilà delle strategie pubblicitarie editoriali che hanno, spesso, sfruttato la morte improvvisa dell’Autore e le vicende degli eredi per spingere e promuovere i tre libri, la trilogia Millennium ha un suo valore per gli appassionati di gialli e di vita al nord. La storia è infatti ambientata nel Nord Europa, principalmente a Stoccolma, e ruota intorno al Millennium, rivista mensile specializzata in inchieste scandalose su grossi personaggi ed aziende svedesi. Mikael Blomkvist direttore della rivista, dopo essere stato giudicato colpevole di diffamazione per aver pubblicato un inchiesta su un importante finanziere, decide, anche per salvare la rivista dal fallimento, di indagare su un caso vecchio di 40 anni nell’ambito del quale, alla ricerca di un esperto nella “ricerca di informazioni particolari” incontrerà Lisbeth Salander, di professione, ufficialmente, ricercatrice di informazioni particolari, in realtà hacker espertissima e con un sistema di valori più che personale che le permette di non sentirsi minimamente in colpa per nessuna delle numerose riprovevoli azioni di cui si rende autrice.
È difficile incontrare Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander e non restare affascinati dalle loro storie, dalla loro anima. Lui 45enne dal fascino biondo e nordeuropeo (ottima la scelta di Daniel Craig per il film, io l’ho sempre immaginato così!), amato dalle donne e amante delle stesse; lei ventenne disadattata, borderline per più di un aspetto, bistrattata e provata dalla società che, non solo non la capisce, ma fa di tutto per renderla ancora più disadattata di quel che non sia, vi assorbiranno i pensieri a tal punto da farvi passare senza quasi accorgervene dall’uno all’altro dei tre tomi (piuttosto corposi peraltro: nel complesso più di 2300 pagine in totale) provando un certo dispiacere, alla fine all’idea che Stieg Larsson non abbia potuto completare l’iniziale progetto di scrivere intorno a Millennium non tre, ma ben dieci libri, a quanto si dice.
Se siete appassionati di gialli e thriller la Trilogia Millennium non può mancare nella vostra esperienza e, se fossi in voi, e se non l’avete ancora fatto, io la leggerei prima che in Italia arrivi la trasposizione cinematografica americana, che sarà senz’altro pubblicizzata più di quella svedese, e che, come spesso accade, molto toglie alla ricchezza del libro originale.
Che aspettate?
Qualcuna di voi li ha già letti?
Che impressione vi hanno fatto?
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Cristina dice
E’ una trilogia bellissima!
Ti tiene inchiodata al libro fino all’ultima pagina!
Sono stati anche fatti dei film: sia una versione tedesca che una attualissima versione americana… e sinceramente non ho capito il bisogno di questo doppione.
Cmq li consiglio a tutti!
valepi dice
Non ho visto i film di derivazione danese, ma, come ho detto nell’articolo, l’esperienza di vedere Daniel Craig nei panni di Blomkvist, per me, giustifica pienamente anche questo quarto film