Il presepe, forse ancor più dell’albero addobbato, rappresenta in Italia una delle più forti tradizioni natalizie. Suggestivo e ricco di simbolismi è uno dei tratti distintivi della ritualità nazionale, oggi famosa in tutto il mondo.
Il primo presepe: quello di San Francesco
Le sue origini sono ricollegabili alle rappresentazioni artistiche della Natività, di cui la più antica risale al III secolo. Da Botticelli a Giotto, fino a Piero della Francesca, furono moltissimi gli artisti che nell’arco del tempo impressero nella tela l’immagine della Sacra Famiglia.
Fu però San Francesco, intorno al 1220, a trasformare queste icone in rappresentazioni tridimensionali. In accordo con Papa Onorio III venne quindi allestito il primo presepe nella città di Greccio. Dal 1700 in poi fu un crescendo continuo di interesse e passione intorno alla rappresentazione della Natività.
Napoli divenne sede di alcune accanite competizioni tra aristocratici nella realizzazione del presepe più fine e ricercato. La semplicità promossa da San Francesco lasciò presto il passo a tessuti preziosi, materiali pregiati e un lavoro artigianale sempre più complesso.
Il presepe tradizionale.
Tutte le regioni hanno nel tempo fatto propria questa tradizione, declinandola a livello artistico secondo i gusti locali. L’utilizzo di materiali pregiati come la madre perla, il corallo, l’alabastro sono per esempio tipici di alcune località siciliane, così come quello della cera.
Nel Lazio a predominare è l’atmosfera agreste; tra sugheri e terracotta prende forma un presepe dall’ambientazione di campagna. Le locande e i resti di antiche architetture romane contestualizzano chiaramente le rappresentazioni.
In Puglia le statuine venivano prodotte con la cartapesta, unendo al sacro un’arte tutta popolana. In alcune zone della regione ad essere utilizzate erano invece soprattutto le pietre locali lavorate da esperti artigiani.
La Liguria ha dato spazio ad una tradizione assai ricca del presepe, con largo uso di materiali preziosi.
Sarà a partire dal 1600 che nelle riproduzioni si farà strada anche la quotidianità, unendo ai personaggi sacri quelli della realtà del tempo. Il presepe diventa uno spaccato della vita contemporanea, palcoscenico dove va in scena la vita quotidiana.
Pastori, contadini, venditori e musicanti si uniscono alle immagini tradizionali conquistando uno spazio sempre maggiore.
In particolare nell’interpretazione partenopea si accentua questo carattere teatrale, attraverso l’inserimento di personaggi addirittura grotteschi e miserabili.
L’evoluzione verso i tempi moderni
La valenza simbolica e l’attaccamento al presepe ne ha permesso la sopravvivenza fino ai giorni nostri. Nonostante infatti l’importazione continua di nuove tradizioni dall’estero, questo rito conserva ancora un ruolo centrale nelle celebrazioni natalizie.
La tendenza ad attualizzare la Natività, inserendo personaggi contemporanei, assume oggi un carattere sempre più forte. Così tra pastorelli e timide contadine non è difficile ritrovare il politico di turno, attori e personalità in vista. La Sacra Famiglia si circonda di figure vicine a noi, seppur ben lontane dalla tradizione.
E se nei decenni precedenti la tendenza aveva portato a diminuire le dimensioni delle statuine, oggi torna l’usanza di realizzare presepi di grandi dimensioni con personaggi di statura realistica o, ancora più suggestivo, realizzando presepi viventi.
Quello di Genga, Ancona, è per estensione il più grande del mondo e trova ambientazione tra le suggestive grotte di Frasassi.
Il presepe torna quindi ad assumere una dimensione sociale, coinvolgendo tutta la comunità nella sua realizzazione. Sono moltissimi infatti i comuni ad organizzare esposizioni di arte presepiale nei vari quartieri cittadini, lasciando ad ogni gruppo la libertà di interpretare creativamente il tema della Natività.
Da non perdere oggi
Torino propone una versione meccanica del presepe tradizionale, con oltre 36 mq di esposizione. Totalmente in sabbia è invece quello realizzato a Rimini, mentre una versione galleggiante è quella di Marina di Cesenatico.
Presepe vivente da non perdere è quello di Matera, città dalla conformazione geografica davvero unica e perfetta cornice per una rappresentazione così suggestiva.
All’interno di un complesso di grotte è la Natività di Polignano a Mare in Puglia.
In Sardegna, in provincia di Sassari, sarà possibile vedere invece una versione realizzata interamente in pasta di pane.
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