Il romanzo breve del quale sto per parlarvi si intitola “C’è nessuno?”, di Jostein Gaarder (Salani Editore, pag.128, € 11,00), acquisto fatto per tre motivi che hanno stuzzicato la mia curiosità, e devo ammettere che tutti e tre si sono rivelati importanti per cogliere l’interezza del libro (cosa che non spesso succede!). Il primo è la copertina (lo confesso, le copertine sono un debole per me!) con il disegno di un bambino, in cima ad una montagna, che guarda la luna ed il cielo stellato; il secondo è l’autore, Jostein Gaarder, diventato celebre con “Il mondo di Sofia”, che conosco e del quale apprezzo la capacità di scrittura e di riflessione, connubio non sempre facile; infine il terzo è il titolo “C’è nessuno?” che, inevitabilmente, spinge a chiederti a chi sia rivolta questa domanda.
Il protagonista del libro si chiama Joakim, un bambino di otto anni che sta aspettando la nascita imminente di un fratellino, e quando arriva il momento per la madre di andare all’ospedale, Joakim resta da solo in casa e gli accade di vedere una buffa creatura appesa a testa in giù ad un ramo dell’albero di mele del suo giardino. Dopo un po’ di esitazione, si avvicina a questo strano personaggio e si accorge che in realtà è un bambino anche lui con un aspetto simile al suo, parlano la stessa lingua e sono quindi perfettamente in grado di capirsi. Comincia da qui un’intera giornata che Joakim e Mika, il suo nuovo amico, trascorrono insieme durante la quale l’autore, con una scrittura scorrevole ed un tono quasi da fiaba, ci narra il particolare legame d’amicizia che si crea tra i due bambini fondato sulle acute osservazioni fatte da entrambi.
Gaarder possiede un’abilità che io apprezzo molto, ovvero quella di creare delle semplici conversazioni tra i suoi personaggi e di trasformarle piano piano in riflessioni che coinvolgono argomenti complessi, senza mai appesantire la lettura. E così un normale contatto tra due bambini di otto anni appena conosciuti diventa terreno fertile per temi come la vita, l’evoluzione della specie, l’amicizia, il significato della nascita, l’importanza del tempo e dello spazio, all’interno di una narrazione talmente fluida da non renderti conto di come sia iniziata.
Come quando, con la purezza tipica di un bambino, Joakim si stupisce della singolare usanza di Mika di inchinarsi se gli si pone una domanda intelligente, e con altrettanta sorpresa si indispettisce dello sgomento di Mika quando lui stesso si inchina davanti ad una risposta intelligente data dal suo amico: “Chi si inchina si piega. Non devi mai piegarti davanti a una risposta. Una risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle. Solo una domanda può puntare oltre.” Un nuovo interrogativo può infatti permetterci di andare avanti, e di percorrere strade ancora non battute, mentre una risposta è una cosa certa, un capitolo chiuso che non ha più spunti da offrire.
Lettura filosofica che dietro un disegno di copertina apparentemente innocente ed un titolo curioso, porta sicuramente a domandarti se ci sia nessuno nell’universo oltre alle specie viventi sulla Terra.
Consigliato a tutti per la semplicità, ma non per la leggerezza, con cui è affrontato l’intero romanzo.
E voi cosa ne pensate?
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