Bentornate! Oggi vi parlerò di cosa può succedere quando ci innamoriamo di un libro e proviamo a leggere l’intera produzione dell’Autore. A me era con Andrea De Carlo, di cui, fino ad una decina d’anni fa, avevo letto praticamente tutto. Poi ho smesso. Mi sono stancata.
Fondamentalmente per due motivi: non sopportavo più la sua fissazione per “la mancanza di atteggiamenti” come virtù ultima da ricercare e amare nelle persone, ma soprattutto non sopportavo il fatto che dopo una decina di libri mi sembrava avere esaurito l’elenco degli argomenti che potevano interessarmi: insomma, trovavo che le storie fossero un po’ trite e ritrite e che alla fin fine non ci fosse più nulla di originale.
Dopo circa una decina d’anni ho deciso di dargli nuovamente fiducia con LEIELUI (è scritto proprio così, tutto in maiuscolo e tutto attaccato): effetti del marketing! Dopo averlo visto e rivisto sugli scaffali del supermercato nella nuova edizione Bompiani Vintage non ho resistito e l’ho comprato.
Ho cercato di leggerlo senza pregiudizi (senza atteggiamenti, come direbbe De Carlo), niente affatto spaventata dalla mole di ben 570 pagine (io sono così! La lunghezza dei libri non mi spaventa, anzi, mi piace affezionarmi ai personaggi), ma già dopo un centinaio di pagine ho dovuto rassegnarmi al fatto che fosse sostanzialmente il solito De Carlo.
La storia è abbastanza semplice: i due protagonisti si incontrano in maniera abbastanza casuale e a poco a poco si rendono conto che le loro vite non possono fare a meno di non intrecciarsi. Il libro prende forma intorno a capitoli che si avvicendano alternando il punto di vista dei due protagonisti con uno stile che varia tra maschile e femminile e che spesso si perde in descrizioni ed elenchi interminabili.
Proseguendo nella lettura sono passata dall’iniziale curiosità, la voglia di leggere e conoscere i personaggi e la storia, alla familiarità con un Autore di cui già conosco i leitmotiv, alla rassegnazione per la mancanza di novità, fastidio e un po’ di noia. Fastidio perché, ancora una volta, De Carlo casca sulla descrizione di personaggi di cui esalta la “mancanza di atteggiamenti”, la capacità di essere sempre e solo se stessi, senza maschere. Sono perplessa: degli atteggiamenti, o non sa cosa siano, o utilizza il termine secondo un suo personalissimo significato (ma a questo punto dovrebbe chiarirci cosa intende) o è realmente convinto che si possa vivere senza atteggiamenti e che non sa nulla di psicologia sociale. Oltretutto i suoi personaggi mi sembrano quanto di più ricco di atteggiamenti esista: gli uomini, sia Stefano sia Daniel, incastrati in un personaggio senza possibilità di sfaccettature e le donne… beh, forse è il caso di aprire una piccola parentesi sull’ideale di donna di De Carlo.
Lei, Claire-Chiara, è bella, bellissima, esotica, dalle forme perfette, intelligente, ma anche un po’ ottusa, sensibilissima e acuta, ma anche un po’ cieca, ma soprattutto: viaggia mettendo in valigia una maglietta, una gonna, un paio di mutandine, stop. Non si capisce che fine De Carlo abbia fatto fare al reggiseno delle sue donne: probabilmente non ne hanno bisogno, come nei migliori sogni adolescenziali maschili! Per non parlare dell’ideale di uomo: Lui è figo, scrittore, moro, con lo sguardo assassino (noto una straordinaria somiglianza con la foto di copertina!!) insopportabilmente immaturo ed egocentrico, ma così affascinante da accecare la protagonista e da non riuscire a risparmiarci un finale da film americano (giuro, mentre lo leggevo mi sembrava di vedere le scene del film!). Se vi piace il genere storia d’amore, condita di pensieri, ripensamenti, ripensieri, è il libro che fa per voi: soprattutto perchè ripropone molti degli stereotipi più comuni sulle relazioni uomo-donna e ci riflette un po’ su dal punto di vista di entrambi.
Mi ha lasciato: la conferma che la minestra riscaldata non ha più lo stesso sapore, né se parliamo di fidanzati né se parliamo di libri.
Leggetelo se: almeno una volta un fidanzato vi ha storpiato il nome… e poi mi direte se avreste reagito come la protagonista del libro.
E voi? Quali grandi passioni vi hanno portato a fissarvi su qualcosa? Uomini, autori, libri, abiti…?
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Patri - LAismydream dice
Ho scaricato l’ebook di questo libro ma ancora devo leggerlo.
L’ho preso perché ero curiosa visto che il mio prof delle superiori, osannava tantissimo De Carlo, e perché la trama un pò mi intrigava; e poi in fin dei conti non mai letto nulla di quest’autore e quindi mi son detta “perché non iniziare da questo?”…ebbene sono mesi ormai che ce l’ho e sta ancora lì fermo, non mi decido ad aprirlo forse un pò perché non ho tempo ma penso sia perché fondamentalmente preferisco il genere fantasy in modo che durante la lettura mi posso immergere completamente in un altro mondo e lasciare alle spalle i problemi che ci inseguono sempre nella vita di tutti i giorni e nei libri come quelli di De Carlo.
valepi dice
… e ci sarà un motivo, no?
la mente, o il cuore?, ci portano sempre verso ciò che ci piace e ci allontanano da ciò che no!
😀