Bentrovati per il nostro consueto appuntamento in libreria!
Oggi voglio parlarvi di “Mare al mattino”, ultimo opera della scrittrice Margaret Mazzantini, edita nel 2011 dalla Enaudi.
“Dio nel deserto è l’acqua e l’ombra.
C’è una bottiglia di plastica vuota accanto a una mano scarnata. L’ultimo gesto prima della morte.
Dov’è Dio in quel deserto?
Jamila ha sete. Sete. Cerca nella borsa, rovescia l’acqua in testa al figlio, gli strappa il velo dalla bocca. Lo disseta, lo stringe. Bevi Farid, bevi.
Sono rimasti loro due nel mondo.
La casa è un uovo di creta abbandonato alle spalle”.
Marget Mazzantini racconta in maniera intesa e struggente il dramma di tanti costretti ad abbandonare la propria patria nella speranza di poter ricominciare a vivere lontano dalla loro terra d’origine. E questo è proprio quello che accade a Jamila, la quale insieme al suo Farid lascia la Libia per raggiungere l’Italia, in uno di quei tanti barconi della speranza. Un insieme di emozioni e apprensioni che accompagnano il lettore nel viaggio di Jamila verso l’ignoto. Stesse emozioni e sentimenti condivisi da Angelina, costretta anche lei a lasciare il proprio Paese in tenera età, negli anni ‘70 a causa del regime di Gheddafi.
Libro consigliatissimo: vi lascio con queste due citazioni.
“Dalla sabbia affiorano stracci colorati. Una camicia, una paio di blue-jeans che sembrano vuoti, come panni stecchiti stesi per terra. Più avanti una scarpa. Poi le teste mangiate dal caldo, affossate nella sabbia. I capelli e le mandibole. Le mani come carrube essiccate. Sul camion tutti urlano, poi tacciono. Jamila si sporge e vomita. Farid ha il velo sugli occhi, vede quel cimitero scoperto attraverso quel pallido filtro. Sono tutti negri. Morti già da qualche mese. Prima della guerra. I vestiti sono intatti, nessun proiettile li ha trapassati. Tutti sanno di cosa si tratta, sono profughi del Mali, del Ghana, del Niger, abbandonati nel deserto dai carovanieri dopo gli accordi europei del rais per bloccare i flussi migratori dei disperati”
“Pensava soltanto a quello. Riportare la sua vita a quel punto. Nel punto dove si era interrotta. Si trattava di unire due lembi di terra, due lembi di tempo. In mezzo c’era il mare. Si metteva i fichi aperti sugli occhi per ricordarsi quel sapore di dolce e di grumi. Vedeva rosso attraverso quei semi. Cercava il cuore del suo mondo lasciato”.
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