Eccoci qua per una nuova recensione!
Oggi vi parlo di “Volevo essere una farfalla” di Michela Marzano, filosofa e docente presso l’Università di Parigi.
In questo libro l’autrice racconta la sua esperienza personale con l’anoressia, condivide e rende partecipe il lettore di tutte le tappe fondamentali della sua vita, delle preoccupazioni che l’hanno accompagnata da bambina fino all’insegnamento in Francia. Una battaglia, quella con l’anoressia, iniziata quando aveva solo diciannove anni.
“Per anni, ho fatto di tutto per diventare leggera come una farfalla. E ci sono quasi riuscita. In termini di chili, s’intende. Perché per il resto, la vita è stata spesso «troppo pesante». È stato pesante dover essere la più brava. È stato pesante cercare sempre di adattarmi alle aspettative altrui. È stato pesante dimenticare Alessandro, abbandonare il mio paese, fare del francese la mia lingua. Ma è stato soprattutto pesante ricominciare a vivere dopo essere precipitata «troppo in basso»”.
Un padre autoritario quello dell’autrice, che la spinge a primeggiare in ogni cosa, a raggiungere sempre la perfezione. E così, Michela, per non perdere questa forma d’amore del genitore, cerca di soddisfare questo desiderio di perfezione in ogni aspetto della sua vita, in una continua ricerca dell’approvazione paterna. Questo è lo scenario di profonda sofferenza e disagio in cui si manifesta l’anoressia.
“Quello che però non riesco davvero a perdonargli è di non aver mai voluto rimettersi in discussione. Nemmeno quando il castello di carte è crollato. Nemmeno quando stavo tanto male e volevo solo che mi dicesse che mi amava nonostante tutto… anche se non ero più la più brava..”
Tutto è difficile: le relazioni con gli altri, compresi i legami d’amore.
L’autrice affronta un percorso molto lungo, faticoso e pieno di ostacoli. Poi finalmente la svolta: un lasciarsi andare, non cercare più di aver sempre il controllo delle cose, accettarsi per quello che si è realmente, anche con le proprie fragilità. E così per la prima volta cominciare realmente a vivere.
” Anche se tutto quello che oggi so forse non potrei saperlo se non avessi attraversato le tenebre… se non avessi corso il rischio di parlare… se non avessi avuto la forza di aprire gli occhi… e resistere… e ricominciare… piuttosto che morire psichicamente.”
Un racconto di vita che fa riflettere, e che merita senza dubbio di essere letto. Un messaggio stupendo quello dell’autrice: non vergognarsi e non arrendersi, perché dall’anoressia si può uscire.
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