La storia di Vivian Maier ha dell’incredibile. E’ una di quelle storie che sembrano paradossali e che per la loro unicità ci affascinano e ci fanno un po’ sognare, perché risvegliano la speranza di essere un giorno riconosciuti come qualcuno di speciale, di unico. E’ così che è andata per Vivian, una bambinaia newyorkese, che ha fatto della fotografia la sua seconda vita.
Vissuta tra la Grande Mela e Chicago ha trascorso la sua vita da tata prendendosi cura dei bambini, con la sua Rolleiflex a far da filtro nell’osservare il mondo.
Dopo aver riscosso un’eredità infatti decise di acquistare la macchina fotografica e di farne un prolungamento delle sue braccia, viaggiando per tutto il Nord America.
Stabilitasi poi a Chicago, riprese la sua attività di governante, trasformando il suo bagno privato in una camera oscura.
Le foto e i rullini si accumularono negli anni, raccolti in scatoloni sempre più numerosi.
Una riservatezza estrema la spinse a non condividere mai nessuna delle sue opere con amici o conoscenti tanto da finire con la sua morte in un magazzino e poi in un’asta fallimentare.
E’ qui che John Maloof , intuendone subito il valore, le acquistò. A finire nelle sue mani è un corpus di oltre 100.000 tra foto e rullini, un vero e proprio tesoro.
Nasce così il progetto “Finding Vivian Maier”, una ricerca a tutto tondo su questa inaspettata artista.
I risultati dello studio sono un documentario e la mostra che restituisce al mondo alcune tra le più belle immagini della Maier.
L’unicità del suo lavoro è legata a doppio filo con la semplicità della sua vita, con questa svolta inattesa anche se tardiva. A venir fuori è uno spaccato dell’America tra gli anni Cinquanta e Sessanta, letta in chiave personale.
Il suo infatti è uno sguardo libero, indipendente, che si lascia catturare dai volti dei passanti, da i loro corpi riflessi sulle vetrine, da i bronci dei bambini.
I marciapiedi e gli incroci fanno da cornice ai suoi scatti schietti e sinceri, senza pose. Riprese atte a cogliere momenti della vita condivisa che trova spazio sulle strade delle grandi città.
L’esposizione “Vivia Maier. Una fotografa ritrovata” sarà ospitata dalla Fondazione Forma, presso lo spazio Forma Meravigli dal 20 novembre al 31 gennaio 2016. Con oltre 100 fotografie e filmati in super 8 realizzati tra gli anni ’50 e ’70, un’occasione imperdibile per scoprire lo sguardo serio ma ironico di questa grande fotografa di vita.
pietro brigante dice
TU ci insegni a manifestare i nostri pensieri